La coltivazione della canna da zucchero nello Stato di Paraíba ha avuto inizio verso nel secolo XVI, promuovendo la prosperità della regione. Per questo motivo, portoghesi, francesi e olandesi hanno tenacemente disputato il territorio. I tre popoli ne hanno lasciato la loro influenza culturale e storica che si può tuttora osservare – nell’architettura, nei monumenti e negli occhi verdi di molti dei paraibanos.

Lo Stato di Paraíba ha nella sua capitale, João Pessoa, una grande attrazione: la capitale è ritenuta la città più alberata del mondo, con oltre 700 ettari di foreste preservate – è seconda solo a Parigi, in Francia. Ha ricevuto questo titolo nel 1992, in seguito a uno studio fatto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) in diversi centri urbani in tutto il mondo.

Piena di parchi e viali coperti da alberi da frutta e ornamentali, João Pessoa possiede diverse riserve forestali, senza parlare delle palme da cocco e delle diverse specie di alberi che costituiscono lo scenario del lungomare e che attirano migliaia di turisti tutti gli anni. Nei dintorni della capitale si trovano le spiagge più frequentate dello Stato come quelle di Tambaú e Manaíra. Lì vicino si può trovare anche una delle poche spiagge brasiliane naturiste ufficialmente riconosciute, la spiaggia di Tambaba.

All’interno dello Stato si trova la città di Campina Grande, dove ha luogo ogni anno una delle più grandi festas juninas del mondo. La notte di São João – festeggiata secondo il calendario cristiano il 24 giugno – viene celebrata al Parque do Povo, un’area di 42 mila mq. Addobbata con banderuole e con falò sparsi dappertutto, la città di 350 mila abitanti riceve in media 400 mila persone da tutto il Paese e dall’estero.

Già nel ‘sertão’ paraibano, l’altra grande attrazione è la città di Sousa, che ospita un prezioso tesoro: la Valle dei Dinosauri – uno dei più importanti centri paleontologici del mondo, con impronte di specie jurassiche che risalgono ad almeno 70 milioni di anni fa. Le vestigia delle impronte formano un sentiero sulle rive del fiume Peixe, dove sono vissuti secoli fa l’iguanodonte e l’allosauro.

A Ingá, a 96km dalla capitale, iscrizioni incise nelle rocce – conosciute come Pedras o Itacoatiaras do Ingá – destano la curiosità degli scienziati, studenti e turisti di tutte le parti. Attorniate da enigmi le iscrizioni millenari portano simboli indecifrabili di grande valore archeologico. Tre diversi correnti cercano di definire la sua origine: sarebbe state fatte dai nativi della regione; sarebbero la manifestazione di una cultura evoluta di un altro continente; o ancora un messaggio degli extraterrestri in visita nel nostro pianeta. Nessuno lo sa di sicuro.

João Pessoa e Campina Grande concentrano buona parte dell’economia di Paraíba, che si fonda sull’industria del pellame, sul turismo, sull’agricoltura e sull’allevamento di bestiame.

La grande stella degli ultimi anni è però il turismo. Il visitatore ha lì l’opportunità di conoscere alcune delle più belle spiagge del litorale brasiliano, oltre alla ricchezza storica, culturale, archeologica, paleontologica e naturale che lo Stato di Paraíba ha da offrire. Vale la pena anche assaggiare la deliziosa cucina locale basata sui frutti di mare e sui piatti a base di carne secca e farina di tapioca. Il piatto tipico della regione è l “arrumadinho” (l’ “appostino”)– fagioli, carne secca, pomodori, cipolla, peperoni, coriandolo e farina di tapioca.


ALEX BELCHIOR GUIDA TURISTICA, RICERCATORE E TRADUTTORE