Lo Stato di Ceará è stata la prima provincia dell’Impero ad abolire la schiavitù – nel 1884, cinque anni prima del resto del Paese –, e quindi è diventata conosciuta come la terra dell’abolizione. Lo Stato rappresenta la terza più grande economia della Regione Nordest brasiliana. La sua capitale, Fortaleza ha un moderno profilo architettonico e rappresenta un importante polo turistico.

Dopo secoli di un’economia prevalentemente agraria, lo Stato attraversa una fase di intenso sviluppo industriale. il polo tessile di Ceará è il secondo nel ranking nazionale in produzione ed esportazione. L’industrializzazione coinvolge anche i settori delle calzature, mobili, alimenti, minerali, editoriali, grafici e metallurgici.

Terra di ‘caboclos’, discendenti dall’incrocio tra l’indigena, il negro e il portoghese, lo Stato di Ceará è anche uno dei principali poli culturali del Brasile con forte religiosità popolare; i suoi intellettuali sono presenti nelle lettere e nelle arti brasiliane. È la terra natia di scrittori come José de Alencar, uno dei più grandi romanzieri del mondo, del cosiddetto ‘indianismo’ della letteratura brasiliana; e di Rachel de Queiroz, uno dei nomi più espressivi della narrativa regionalista.

Con molto sole e caldo durante tutto l’anno, e temperature miti alla sera. Lo Stato di Ceará presenta un ecosistema diversificato, format da regioni di ‘caatinga’, Mata (foresta) Atlântica, ‘cerrado’(savane) e ‘manguezais’ (mangrovie). Accompagnando la crescita industriale il turismo si è molto sviluppato negli ultimi decenni.

La città di Fortaleza riceve, in media, mezzo milioni di turisti ogni anno, attratti in gran parte, dagli affascinanti 576km di litorale – che accoglie 87 spiagge e grandi aree coperte da dune. E il divertimento non finisce lì; esistono ancora diverse attrazioni sparse nell’hinterland dello Stato, tra cui il Parco Nazionale di Ubajara, con grotte, cascate e sentieri perfetti per la pratica del trekking.


ALEX BELCHIOR GUIDA TURISTICA, RICERCATORE E TRADUTTORE